Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

27 dicembre 1796

Soppressione di conventi e sequestro dei beni ecclesiastici

Per far fronte alla drammatica situazione delle casse pubbliche, praticamente vuote, si decide il sequestro dei beni ecclesiastici.

L'Assunteria di Magistrati affronta la questione nella seduta del 24 ottobre, ottenendo da Napoleone un editto, pubblicato il 27 dicembre, che sopprime tutti i conventi con meno di 15 religiosi e stabilisce che nel territorio bolognese non possa esserci più di un convento per ogni ordine.

I religiosi forestieri hanno tre giorni di tempo per lasciare la città e, al fine di sorvegliare l'applicazione di questo provvedimento, viene eletta un'apposita giunta.

All'interno delle mura cittadine ci sono circa 70 conventi, che, con le loro proprietà, coprono circa un sesto del suolo urbano (85 ettari su 540). Si tratta di un patrimonio ricchissimo, che frutta un reddito modesto.

I beni dei monasteri saranno in generale trasferiti allo Stato e venduti. La possibilità di acquistare beni nazionalizzati con le cedole del debito pubblico, emesse in cambio delle requisizioni, farà sì che molti di essi saranno venduti a prezzi inferiori al loro valore, avvantaggiando gli speculatori.

Fino al 1799 gli acquirenti dei beni nazionali saranno circa settecento: tra essi figureranno nobili, borghesi e anche sacerdoti. Tra i principali compratori vi saranno i tre fratelli Aldini - Antonio, Giovanni e Luigi Camillo -  l'avvocato Luigi Piana, il banchiere Pietro de Lucca e l'avvocato Giuseppe Cacciari.

Le vendite all'asta dei beni ecclesiastici causeranno “un vero terremoto” (Camurri) nella proprietà edilizia e nell'assetto urbanistico della città.

Dopo la prima fase militare, in cui saranno usati soprattutto come caserme per le truppe in transito - i complessi più grandi e centrali di San Domenico, San Francesco, San Procolo, San Martino, San Giacomo - gli ex conventi saranno recuperati ad usi civili e burocratici: per le municipalità, i magazzini di ammasso, le carceri, i tribunali.

Verranno spesso effettuati interventi di frazionamento e ricomposizione degli spazi interni, come a San Giovanni Battista dei Celestini, San Giovanni in Monte, San Michele in Bosco.

Una parte di chiese e conventi saranno in tutto o in parte distrutti e rientreranno nell'attività speculativa dei ceti emergenti, soprattutto dopo la legge del 15 Messidoro anno VI (3 luglio 1798), che ne amplierà i possibili utilizzi, anche se le vendite verranno in parte bloccate per eccesso di ribasso e quindi riguarderanno solo gli edifici di minore importanza e in numero limitato (Scannavini).

Nel 1815, al termine del periodo napoleonico, 49 degli 80 conventi della città e del suburbio risulteranno alienati ai privati e gli altri verranno largamente utilizzati per uffici e servizi pubblici.

Nei conventi venduti ai privati saranno ricavati spazi commerciali e residenze signorili. Alcuni saranno frazionati in modesti appartamenti da affittare, oppure demoliti in tutto o in parte per lucrare sulla vendita dei materiali da costruzione.

Approfondimenti
  • Atlante bolognese. Dizionario alfabetico dei 60 comuni della provincia, testi di Cesare Bianchi, Bologna, Poligrafici Editoriali, 1993, p. 45
  • Atlante storico delle città italiane, diretto da Francesca Bocchi e da Enrico Guidoni, Emilia-Romagna, vol. 2., Bologna, tomo 4., Dall'età dei Lumi agli anni Trenta (secoli XVIII-XX), a cura di Giovanni Greco, Alberto Preti, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Grafis, 1998, pp. 33-34
  • Franco Bergonzoni, Venti secoli di città. Note di storia urbanistica bolognese, Bologna, Cappelli, 1980, pp. 89-91
  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 29, 357, note 121-122, 438, nota 6
  • Daniela Camurri, L'arte perduta. Le requisizioni di opere d'arte a Bologna in età napoleonica, 1796-1815, San Giorgio di Piano, Minerva, 2003, p. 82 sgg.
  • Francesco Ceccarelli, Architettura e trasformazioni urbane. Bologna e la Romagna, in: Storia dell'architettura italiana. L'Ottocento, a cura di Amerigo Restucci, Milano, Electa, 2005, tomo 1., pp. 142-165
  • Francesco Ceccarelli, Architetture di stato per Bologna, “centrale” della Repubblica Cispadana (marzo-maggio 1797): progetti e realizzazioni, in: I "Giacobini" nelle legazioni. Gli anni napoleonici a Bologna e Ravenna, atti (ecc.), a cura di Angelo Varni, Bologna, Costa, 1996, vol. 2., p. 208
  • Francesco Ceccarelli, L'intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica, Bologna, Bononia University Press, 2020, pp. 29-31
  • Nora Clerici Bagozzi, Palazzo Zambeccari. Storia e arte di un palazzo bolognese, Bologna, Patron, 2018, pp. 42-43
  • Mariangela Dallaglio, La vendita dei beni nazionali e la nuova proprietà terriera, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 851
  • Alfonso D'Amato O.P, I Domenicani a Bologna, Bologna, Studio domenicano, 1988, vol. 2., 1600-1987, p. 905
  • Mario Fanti, Confraternite e città a Bologna nel Medioevo e nell'età moderna, Roma, Herder, 2001, p. 598
  • Alfeo Giacomelli, Ordini religiosi in età moderna, in: ISCBO, Storia della chiesa di Bologna, a cura di Paolo Prodi e Lorenzo Paolini, Bergamo, Bolis, 1997, vol. 2., p. 532
  • I giacobini a Bologna, a cura di Franco Cristofori e Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1966, p. 17
  • Alfeo Giacomelli, Ordini religiosi in età moderna, in: ISCBO, Storia della chiesa di Bologna, a cura di Paolo Prodi e Lorenzo Paolini, Bergamo, Bolis, 1997, vol. 2., pp. 532-533
  • Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 1., p. 49
  • Maria Chiara Liguori, Le vie dell'orgoglio. Toponomastica risorgimentale e nuovo volto della Bologna post-unitaria, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 331
  • Mario Maragi, I cinquecento anni del Monte di Bologna, Bologna, Banca del Monte di Bologna e Ravenna, 1973, p. 147 (data cit.: 16 ottobre 1796)
  • Umberto Marcelli, La crisi economica e sociale a Bologna e le prime vendite dei Beni ecclesiastici, in: "Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna", Nuova Serie, 5 (1953-54), pp. 115-153
  • Umberto Marcelli, Saggi economico sociali sulla storia di Bologna dal secolo XVI al XVIII, Bologna, Patron, 1962, p. 221
  • Umberto Mazzone, Dal primo Cinquecento alla dominazione napoleonica, in: ISCBO, Storia della chiesa di Bologna, a cura di Paolo Prodi e Lorenzo Paolini, Bergamo, Bolis, 1997, vol. 1., p. 266
  • Candido Mesini, La soppressione degli ordini religiosi a Bologna durante la Repubblica Cisalpina e il Regno Napoleonico, in "Culta Bononia", 5 (1973), pp. 169-175 (data Bando Senato: 26 ottobre 1796)
  • Per diritto di conquista. Napoleone e la spoliazione dei monti di pietà di Bologna e Ravenna, a cura di Angelo Varni, Bologna, Il mulino, 1996, pp. 181-182
  • Marco Poli, Accadde a Bologna. La città nelle sue date, Bologna, Costa, 2005, p. 176
  • Marco Poli, Bologna com'era, Argelato, Minerva, 2020, p. 89
  • Loris Rabiti, Il tocco di Polimnia. Maria Brizzi Giorgi, musicista, musa e mentore del giovane Rossini, introduzione di Antonio Castronuovo, Bologna, Pendragon, 2021, pp. 81-82
  • Angelo Rambaldi, La città dei conventi, in: San Michele in Bosco. Un monastero nella storia d'Italia. Dagli Olivetani all'Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna, IOR, p2000, pp. 183-186
  • Il Risorgimento a Bologna, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, Bologna, Studio Costa, 2010, p. 13 (data cit.: 26 ottobre 1796)
  • San Giovanni in Monte recuperato, a cura di Roberto Scannavini, Bologna, Grafis, 1996, pp. 39-41
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