Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

30 giugno 1796

La rivolta e il sacco di Lugo

La città di Lugo di Romagna è sottoposta a una pesante contribuzione da parte dei Francesi, che nei giorni precedenti hanno occupato Bologna e Ferrara.

Il 24 giugno di fronte a un preciso ordine, gli abitanti consegnano puntualmente tutte le armi da fuoco e da taglio. I magistrati di Lugo intimano di portare le argenterie o somme di denaro nel collegio Trisi. Con l'inizio della contribuzione una parte delle armi viene restituita.

Assieme agli altri tesori è portata nel collegio una statua d'argento di San Mauro Abate protettore del territorio di Lugo. Per tutto il giorno 30 giugno molte persone altolocate vengono al collegio a chiedere la restituzione della statua "mostrandosi eglino persuasi di perdere la protezione del Santo colla perdita del poco argento che formava quella".

Alla sera una masnada di insorgenti corre a impadronirsi delle armi non ancora ritirate e con quelle alla mano impone la restituzione della statua del Santo. Il collegio Trisi diventa il quartier generale della rivolta. 

Lo stesso giorno i Commissari di Ferrara vengono a sollecitare la contribuzione, che comprende anche orecchini, anelli e spille da donna. Questa esosa pretesa offre un ulteriore motivo di protesta, "specialmente nel basso Popolo" e i Commissari sono costretti a fuggire "cercati da molti armati".

La mattina del 2 luglio gli insorti occupano il paese, fanno innalzare le insegne del Papa, trattengono le armi e chiedono ai benestanti cibo e denaro per sé e per le loro famiglie.

Il Priore Montanari rimane in municipio e chiede ai notabili del paese a far opera di persuasione presso i più esagitati.

Nei giorni seguenti gli uomini in armi sembrano diminuire, ma i contadini del circondario, pur non avendo armi da fuoco, tengono pronte falci, ronche e forconi. Intanto anche dai paesi limitrofi - Cotignola, Massalombarda, S. Agata - giungono offerte di aiuto per opporsi ai Francesi.

Il 3 luglio va a vuoto anche il tentativo di mediazione del barone Cappelletti, in viaggio da Ravenna per Bologna. Viene visto come uno spione, un amico "de' perfidi Francesi" e deve allontanarsi in fretta dal paese.

Nei giorni seguenti si ripetono i falsi allarmi, le campane suonano spesso a martello, cresce l'agitazione e molti cittadini terrorizzati lasciano le loro case.

Il 5 luglio i Francesi arrivano davvero: sulla strada per Faenza una ottantina di dragoni a cavallo scortano due carrozze con i Commissari transalpini.

A tre miglia da Lugo il contingente nemico viene assalito dai contadini di Barbiano. Solo pochi soldati riescono a salvarsi, Tra i morti vi sono anche i due Commissari, ai quali vengono tagliate le teste, portate poi in trionfo a Lugo. 

Avvisato dell'accaduto il generale Augerau in un primo momento promette perdono e pace a patto che la calma torni a Lugo e che le sue truppe possano entrare indisturbate nel paese. In seguito, mentre sono in corso varie trattative, decide di marciare su Lugo "a far vendetta, ed a mettere a ferro e fuoco il Paese"

Il 6 luglio alle Morre, a dodici miglia da Lugo, gli insorti riescono a fermare un contingente francese che proviene da Argenta, infliggendo numerose perdite.

Il giorno seguente però il paese viene investito da tre colonne nemiche - circa 2.500 soldati - al comando di Augerau, provenienti dalle strade di Faenza, Bagnara e Cotignola. Dopo un pesante bombardamento di artiglieria, i Francesi entrano a Lugo senza incontrare resistenza:

"Datisi al saccheggio", i soldati sfondano "quelle porte delle case che non ritrovano aperte" e rubano le cose più preziose, "imbrattando e rompendo tutto il resto", profanano le chiese e gettano a terra le ostie consacrate, entrano nel monastero e nell'orfanotrofio, rubando e spaventando a morte le suore e le zitelle.

Nel collegio Trisi, dove non c'è più alcun uomo armato, prendono l'argento della contribuzione. Altre cose di valore vengono sottratte da alcune case private.

I Francesi ripartono da Lugo il giorno seguente con grande bottino. Conducono a Bologna anche 27 ostaggi, che verranno rilasciati una volta giunti in città. I generali Beyrand e Augerau partiranno subito dopo alla volta della piazzaforte di Mantova assediata.

Approfondimenti
  • Raffaele Belluzzi, Vittorio Fiorini, Catalogo illustrativo dei libri, documenti ed oggetti esposti dalle provincie dell'Emilia e delle Romagne nel Tempio del Risorgimento italiano : (Esposizione regionale in Bologna 1888), Bologna, Stabilimento tipografico Zamorani e Albertazzi, vol.: Libri e documenti, a cura di Vittorio Fiorini, 1890, pp. 529-542, 575
  • Virgilio Ilari, Piero Crociani, Ciro Paoletti, Storia militare dell'Italia giacobina. Dall'armistizio di Cherasco alla pace di Amiens, 1796-1802, Roma, Ufficio storico SME, 2001, vol. 1: La guerra continentale, pp. 312-314
  • Alfonso Lazzari, La sommossa e il sacco di Lugo nel 1796, Ferrara, G. Zuffi, 1906
  • Giacomo Lumbroso, I moti popolari contro i Francesi alla fine del secolo XVIII. (1796-1800), Firenze, Le Monnier, 1932, pp. 44-49
  • Remo Ragazzini, Sbirri, briganti e insorgenti nella Romagna napoleonica (1796-1815), Cesena, Il ponte vecchio, 2007, pp. 28-31
  • Gianfrancesco Rambelli, Cenno storico del moto e saccheggiamento di Lugo nel 1796, Bologna, Per Dall'Olmo e Tiocchi, 1834
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