In zolle ancora

Grigia l'argilla affonda le sue dita tra i colli
nere le cornacchie si posano sulle creste dei calanchi
scende l'erpice tra i campi
trasforma zolle in zolle in zolle ancora ...

 

I disegni di Marina Girardi affondano nella vita dei colli, quelli "calancosi" che sono già Appennino o lo precedono appena. E raccontano la vita sui monti, una vita lieve, quasi bucolica, ricreando autentiche situazioni feriali e momenti festivi di gioia.

Vogliono anche evocare, indicando a segno, con frecce, tutte le cose, proprio tutto: guerra, animali, attrezzi, natura, usanze, finché sembra di esserci dentro, sui colli ... e di esserci sempre stati.

Accanto al poetico racconto di Marina Girardi per l'Appennino, parliamo di una storia che si svolge in un paese tra i monti Aretini e il versante tosco-emiliano, Bibbiena e che ha per protagonista un ragazzo di nome Sebastiano. Il ragazzo si trova costretto a trascorrere un anno della sua fragile esistenza tra quei monti, soffrendo di frequenti attacchi di panico però alla fine di questo viaggio si scoprirà diverso. Una storia che si ispira all'esperienza del disegnatore Antonio "Sualzo" Vincenzi che ha trascorso un periodo simile da giovane proprio a Bibbiena e che ha nell'onestà e nella semplicità del racconto i suoi punti di forza, capaci di coinvolgere il lettore emotivamente nelle vicende di questo sensibile ragazzo dai capelli rossi.