Odissea Morandi: il libro rifiutato

Spero che questa vicenda si concluda presto (in un modo o in un altro), perché dopo quasi dieci anni passati con il libro su Morandi da fare, quasi a chiusura dell'orizzonte; dopo quasi due anni di fatica e di sacrifici; adesso sono venuti, a conclusione, questi sei orribili mesi, in cui ho subito una sorta di processo alle intenzioni veramente sfibrante. Nessuno aveva mai sospettato della mia buona fede come Morandi ha saputo fare. Pazienza.

(F. Arcangeli, cit. in: P. Mandelli, Via delle Belle Arti, Argelato, Minerva, 2002, p. 167)

 

Accolto con la frase "andiamo sempre di male in peggio", Arcangeli ha l'impressione di trovarsi di fronte a un antico inquisitore, pronto a celebrare un esasperante processo. Morandi lesse da un quaderno scolastico innumerevoli appunti e tante erano le osservazioni e i commenti, che nessuna pagina del testo sembrava dovesse salvarsi. Momi sudava, gli tremavano le gambe, mentre Morandi con voce piuttosto dura affermava: "Non darò mai il permesso di pubblicare il suo scritto".

(P. Mandelli, Il rapporto tra Arcangeli e Morandi, in: Giornata di studi in ricordo di Francesco Arcangeli, a cura di G. Salvatori, Bologna, Compositori, 2005, p. 36)