Monte Battaglia

Nella sua storia millenaria l'Appennino tosco-emiliano ha vissuto un anno specialissimo e tragico, tra l'autunno del 1944 e la primavera del 1945, quando il fronte di guerra, della più crudele e devastante guerra mai vista, si fermò su queste terre, portandosi via tutto - gente, paesi, foreste e animali - lasciando solo rovine.

Monte Battaglia, l'ultimo caposaldo difensivo tedesco sull'Appennino prima della Valle Padana, tra le valli del Santerno e del Senio, è uno dei luoghi emblematici della infinita brutalità di quel conflitto, inutile carneficina di uomini e cose.

Il monte fu conteso a partire dal 27 settembre 1944 tra i Blue Devils dell'88a Divisione USA (poi sostituiti dalla 1a Brigata delle Guardie Galles) e i granatieri tedeschi del 290. Reggimento, con enormi perdite da entrambe le parti.

Alla battaglia prese parte anche una compagnia della 36a Brigata Garibaldi "Alessandro Bianconcini", operativa sui monti del faentino e dell'imolese, una delle unità combattenti partigiane meglio organizzate e più attive nella provincia di Bologna.