Bologna ferita

Bologna ferita

I venti mesi di occupazione nazifascista, tra l'8 settembre 1943 e il 21 aprile 1945, sono stati definiti "il più duro e valoroso periodo" della storia millenaria di Bologna. La città conosce i primi pesanti bombardamenti alleati già nell'estate del 1943: alla vigilia della caduta del fascismo, il 24 luglio, una tremenda incursione devasta numerosi edifici in centro, facendo crollare parte della basilica di San Francesco e un'ala del palazzo comunale.

Il culmine del terrore si avrà poche settimane dopo, il 25 settembre, sabato di mercato, quando la popolazione sarà sorpresa in pieno giorno senza un vero preallarme: saranno centinaia i morti per le strade, centinaia le case distrutte.

Lo scalo ferroviario, tangenziale all'abitato, sarà preso di mira decine di volte: chi non sfollerà starà rintanato, a volte senza più uscire fino alla fine della guerra, in ricoveri più o meno improvvisati negli antichi scantinati o in più moderni e capaci rifugi antiaerei, ricavati soprattutto sotto la Montagnola, sotto il Guasto dei Bentivoglio e ai piedi delle colline.

La città deserta, in cui il silenzio sarà rotto dai continui allarmi aerei, sarà percorsa per mesi dalle truppe tedesche e dalle milizie fasciste, alle quali faranno da contrasto le veloci incursioni dei gappisti.

Finchè, a partire dal settembre 1944, la situazione non sarà completamente invertita: con l'approssimarsi del fronte sull'Appennino, il centro di Bologna diventerà il rifugio di migliaia di famiglie sfollate dai monti, che entreranno nella Speerzone (l'illusoria "città aperta" del podestà Agnoli) con i loro pochi averi e spesso gli animali, intasando in una incredibile promiscuità ogni loculo abitabile, comprese le rovine del teatro del Corso, il viadotto del Cavaticcio, gli archi dei portici.

Questa storia di incredibile sofferenza collettiva, ma anche di grande dignità e onore, che ha segnato per i decenni futuri le sorti di Bologna, è oggetto della seguente bibliografia, corredata di alcuni album fotografici sui "segni" rimasti della guerra e proposta in occasione del 70. anniversario della Liberazione.

Sul tema si veda anche:
Bologna nella guerra 1943-1945