copertina di I fiori del male

I fiori del male

“La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta Traversata qua e là da soli splendenti; tuono e pioggia l’hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino che qualche fiore vermiglio” Questa complessa e bellissima raccolta di poesie, che per la forma e i contenuti venne immediatamente censurata alla sua uscita, è una delle basi della poesia moderna. L’amore, la morte, i viaggi spirituali, sono indissolubilmente legati all’orrore e al senso di peccato. Baudelaire intende questa opera come un vero viaggio verso l’inferno: ma l’inferno è la vita, con il suo malessere che pesa come un macigno, e che solo pochi spiriti sensibili possono toccare, per mezzo di quelle chiama «corrispondenze», richiami segreti e nascosti nella natura. Le poesie simbolo di questa raccolta sono appunto «Corrispondenze», «L’albatro» e soprattutto «Spleen», che riesce a raccontare meglio di qualsiasi altra opera l’angoscia esistenziale.