Edifici religiosi: progetti e modifiche
Poche immagini, all'esterno il solo santo protettore sopra la porta della chiesa, finestre numerose, ma collocate in alto, inferriate e strombature verso l'esterno per Paleotti, verso l'interno per Carlo Borromeo. Importante per entrambi il portico esterno della chiesa, per riparare la facciata e per stimolare la devozione.
(M. Pigozzi, in: Itinerario critico, Bologna, CLUEB, 1993, p. XXVII)
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San Bartolomeo Portico e Chiesa (Andrea da Formigine)
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San Domenico Cappella di San Domenico (Floriano Ambrosini) Cappella Ghisilardi (Baldassarre Peruzzi) Convento (Antonio Morandi Terribilia)
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San Giacomo Cappella Poggi (Pellegrino Tibaldi) Convento e Chiostri (Pietro e Giovanni da Brensa)
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San Giovanni in Monte Convento (Antonio Morandi Terribilia)
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Certosa di San Girolamo Chiostro della cappella e Chiostro del Cinquecento
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San Gregorio e Siro Chiesa (Tibaldo Tibaldi) Convento (Andrea di Antonio Della Valle)
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San Martino Convento e Chiostri (Giovanni da Brensa)
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San Michele in Bosco Chiostro ottagonale e Chiostro grande (Pietro Fiorini) Portale ionico (Baldassarre Peruzzi) Chiesa (Maestro Tibaldi)
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San Petronio Fabbriceria, Progetti per la chiesa e la facciata (Sebastiano Serlio, Andrea Palladio, Antonio e Francesco Morandi Terribilia, Jacopo Barozzi Vignola, Formigine, Baldassarre Peruzzi)
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San Pietro Cappella Maggiore, Palazzo Arcivescovile (Domenico Tibaldi)
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San Procolo Chiesa, Campanile (Antonio Morandi Terribilia, Andrea da Formigine)
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San Mattia Chiesa (Antonio Morandi Terribilia)
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San Salvatore Chiesa (Tommaso Martelli, Ambrogio Magenta) Chiostri (Bartolomeo da Limito)
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Santa Maria della Vita Oratorio (Floriano Ambrosini)
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Santa Maria delle Laudi Chiesa, poi Ospedaletto (Domenico Tibaldi)
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Santa Maria della Pietà e San Rocco Chiesa (Pietro Fiorini, Floriano Ambrosini)
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"Il portico è molto necessario per difendere le porte della chiesa da le ingiurie de venti, acque e neve: et ancor quivi il Popolo pigliarà molte comodità et massime per fermarsi alquanto a prepararsi per poter intrare con maggiore divortione nella chiesa" (D. Tibaldi)
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Il tema della facciata porticata si era affermato negli oratori di congregazione addossati all'ultima cerchia di mura, un tempo in numero di dodici come le porte della città: vera corona sacra di significato apotropaico.
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Le citazioni provengono da: A.M. Matteucci, Dalle chiese degli ordini mendicanti alle nuove chiese della fascia suburbana, in: Storia della Chiesa di Bologna, Bolis, 1997, v. 2., pp. 331-371
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"Il convento è incantevole. E' veramente magnifico vedere un 'palazzo' circondato da doppio porticato con colonne di bellissimo marmo bianco" (P. Barnabita, sec. XVIII)
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L'architetto più impegnato nell'edilizia conventuale cinquecentesca fu certamente Antonio Morandi detto il Terribilia. Sorprende la varietà delle soluzioni formali da lui adottate: alla semplicità del grande chiostro domenicano ... si contrappone l'elaborata ricerca formale di quelli dei Canonici di S. Giovanni in Monte (1542-1544): nel primo trionfa il bugnato, nel secondo la sovrapposizione degli ordini su colonnine emergenti.
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Per avere un'idea quantitativa del rifiorire dell'architettura cultuale basterebbe verificare l'intensissima attività di Domenico Tibaldi, l'autore del nuovo Arcivescovado, che edifica chiostri, chiese e oratori. Da un'analisi delle sue opere ... si evince la ricerca di un'architettura funzionale e il rilancio di un classicismo di derivazione antica.
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La serliana era stata già felicemente utilizzata in sequenza da Pietro Fiorini nel chiostro ottagonale del convento Olivetano di San Michele in Bosco, uno dei momenti più originali del primo Seicento.
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Per tornare all'Ambrosini sarà da ricordare il più tardo Oratorio dei Battuti ... Si tratta di un vero gioiello per l'integrazione fra architettura ed elementi decorativi, plastici e dipinti.
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E' nel corso del Quattrocento e nel secolo successivo che fiorisce in particolare modo l'edilizia conventuale. In questa grandiosa opera gli Ordini si impegnarono a promuovere un nuovo lessico architettonico ... Già nel 1456 i Carmelitani avevano avviato la ricostruzione di un chiostro nella chiesa di San Martino.
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In quest'epoca sembra che le risorse economiche dei vari Ordini religiosi siano state impegnate nell'ingrandimento di conventi, mentre quelle dei privati paiono finalizzate alla realizzazione di cappelle di famiglia.
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Il tema della "conformità" sarà alla base dell'acceso dibattito per il completamento della facciata di San Petronio. Se si arrivò (1580) almeno alla decisione di approvare il progetto "alla gotica" di Francesco Terribilia fu per seguire questo orientamento , nella volontà di attenersi alla supposta idea di Antonio di Vincenzo.
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Non v'è dubbio poi che con la facciata quasi laica della chiesa dell'Ospedaletto (un vano finestrato in parte costruito in un secondo tempo sovrasta il portico) Domenico Tibaldi abbia detto una parola nuova non solo per l'Emilia.