cronologia su Salaborsa

Esedra

1870 - Ufficio telegrafico, quindi Residenza delle Regie Poste.
1920 - Fase di ristrutturazione da parte della Cassa di Risparmio.

Piazza Coperta e ballatoi

1366 - Viridiarium - giardino palatino
1567 - Orto pubblico dei Semplici (orto botanico con piante officinali) destinato alle lezioni universitarie dello Studio, opera del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi.
1765 - Trasferimento dell'orto botanico: lo spazio diventa cortile erboso per l'addestramento dei vigili del fuoco, corpo istituito dopo la Rivoluzione Francese.
1883 - Il Consiglio Comunale autorizza la costruzione del complesso architettonico di Sala Borsa (il progetto iniziale - firmato Cottrau, Kohlen e Baubee - prevede un padiglione in ghisa e vetro ad un piano con un salone centrale ed uffici dislocati lungo il perimetro): nasce la "Borsa del Commercio e loggia per gli agricoltori" di Bologna.
1886 - Conclusione dei lavori . Sala Borsa rimane in funzione per circa vent'anni;
1903 - Chiusura per scarsità di affluenza dei commercianti e volume delle transazioni.
1917-1920 circa, negli anni dell'amministrazione socialista del Sindaco Francesco Zanardi, Sala Borsa accoglie un ristorante economico, alcuni sportelli bancari della Cassa di Risparmio e un ufficio dell'agenzia dell'Ente Nazionale Turismo.
1922 - La Cassa di Risparmio ottiene Sala Borsa in affitto dal Comune per cinquant'anni. La struttura viene rinforzata con un'armatura in cemento e si aggiuntgono due ballatoi ed uno scantinato. Nel sotterraneo sono progettate due sale illuminate da lucernari, attribuite tradizionalmente all'architetto Edoardo Collamarini.
1926 - Inaugurazione solenne di Sala Borsa, rinnovata e ampliata.
1945 - Nel secondo dopoguerra Sala Borsa subisce vari interventi, e negli anni Sessanta, è sede della prima palestra cittadina di pallacanestro.

Sale Collamarini

1924 - Le due Sale Collamarini prendono il nome dall'architetto a cui la tradizione storiografica locale attribuisce, forse con troppa generosità, la paternità. In realtà il progetto sembra essere il risultato di collaborazioni alterne di vari ingegneri e architetti, mentre al Collamarini sono da attribuire solo le decorazioni in stucco.
Curiosità: l'ape e la spiga - simboli di operosità - che ricorrono frequentemente nelle decorazioni delle sale Collamarini e dei ballatoi, sono emblemi della Cassa di Risparmio, come anche il motto "conservo e aumento".

Scuderie (XVI sec.)

Prendono il nome dalle cinquecentesche scuderie del Cardinale Legato (Incarico istituzionale su nomina papale, che affiancava il Senato nell'amministrazione cittadina, nel cosiddetto periodo del governo misto 1512-fine XVIII secc.) , che prese dimora nel Palazzo Comunale nel 1502.
Curiosità: la struttura a tre navate, tipica delle scuderie (v. scuderie Bentivoglio all'interno del palazzo Paleotti), ricorda quella di due importanti biblioteche, la Malatestiana di Cesena e la biblioteca di San Domenico a Bologna.

Scavi archeologici

Anni Venti- Durante i lavori di restauro e ampliamento avviati dalla Cassa di Risparmio, vennero alla luce reperti archeologici di epoca romana, attualmente conservati presso il Museo Civico Archeologico della città.
1989 - Nel corso degli scavi preventivi condotti dalla Soprintendenza Archeologica in accordo con il Comune di Bologna furono ritrovati, sotto il pavimento di Sala Borsa, i resti del foro e della basilica civile dell'antica Bononia (fine II - inizio I secolo a. C.), le strutture portanti di una casa-torre del periodo Comunale (XIII sec.), impianti idraulici (il pozzo in mattoni e la grande cisterna, evidenziata anche dal "semicerchio" nel pavimento della Piazza) di epoca basso-medioevale e moderna.

Biblioteca Ragazzi

Occupa parte dello spazio del Torrione di Canton de' Fiori (1508) e degli appartamenti estivi del Cardinale Legato (inizi XVI sec.). La Sala Burattini, risalente al periodo di ristrutturazione degli anni Venti, fu inizialmente utilizzata dalla banca per i suoi servizi. Nel secondo Dopoguerra venne aperta alle rappresentazioni per bambini, ma il tradizionale appuntamento domenicale terminò negli anni Novanta, quando cominciarono i lavori di restauro.

Scalone del Bramante

Nome attribuito allo scalone interno sulla base della contiguità architettonica con la cosiddetta Rampa dei Cavalli, di mano bramantesca.